martedì 14 novembre 2017

Solo una sconfitta?

Milano, un freddo lunedì di novembre, una nazione spera di andare ai Mondiali di Calcio, auspicio normale per chi lo ha (quasi) sempre fatto.
Invece succede l'irreparabile, sempre sportivamente parlando, e l'Italia non parteciperà ai Mondiali di Calcio in Russia della prossima estate.
Tutti ora cercano i colpevoli e chi crocifiggere, ma il problema parte da lontano secondo me.
Parte da come è organizzato il calcio dal basso, dai settori giovanili, quando tutto è basato solo ed esclusivamente sul risultato questa non può che essere la naturale tragica conclusione.
A 14 anni (Categoria Giovanissimi) i nostri ragazzi giocano campionati dove vige la regola della promozioni e delle retrocessioni, Campionati di A1 e di A2 dove le Società si contendono ragazzi e "tecnici" pur di acquisire o mantenere la categoria.
Ragazzi che cambiano squadra o tecnici che abbandonano percorsi iniziati per giocare o allenare in A1(!) come se fosse il punto di arrivo della loro "carriera".
Genitori che a 11/12 anni affidano i loro figli a procuratori, genitori che si picchiamo a bordo campo per una rimessa laterale invertita.
Tutto questo non può che portare che ad uno scadimento di quello che può essere la crescita tecnica degli atleti.
Basta andare la domenica mattina su un qualunque campo da gioco per vedere delle partite in cui le squadre formate da questi giovani ragazzi disputano partite dove il gioco e la tecnica fa solo da complemento alla necessità di portare a casa il risultato. Squadre arroccate con 11 giocatori a difesa della porta e palla sempre lunga e pedalare.
Non di secondaria importanza il fatto che oramai nel calcio di oggi conta molto di più la prestanza fisica che i "piedi".
Come possono crescere un numero di talenti necessario per far rifiorire il nostro movimento calcistico a queste condizioni?
Ovviamente questo è solo uno degli aspetti che hanno portato il calcio italiano a toccare il punto più basso della sua storia, ma a modesto parere non il meno importante e di questo siamo tutti colpevoli a cominciare dal sottoscritto.

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